TUTTO GRATIS: la piaga sociale della partnership “buona occasione per entrambi”
/0 Commenti/in Business, Educational, Sociale/da stecngCosì fan tutti: le logiche del “baratto” dietro al provincialismo dilagante
Avrei preferito non dover scrivere questo articolo. Mi trovo costretto a farlo per denunciare un malcostume sempre più dilagante. Una vera piaga sociale difficile da debellare perché è tremendamente abile a nascondersi, mascherarsi con belle parole quali “collaborazione”, “sinergia”, “occasione win-win”. In realtà l’unico obiettivo è quello di fregare il prossimo, un’autentica forma di parassitismo travestita da partnership.
Scrivo questo articolo per aiutare anche voi ad individuare subito i sintomi e i comportamenti tipici, stoppando sul nascere ogni perdita di tempo.
IL NETWORK SI PAGA
Da quando mi occupo di questo tipo di attività, ma in maniera esponenziale dalla fondazione nel 2017 del brand Bull Days, oggi più grande community al mondo di proprietari di vetture Lamborghini composta da top-client selezionati negli anni, mi ritrovo ogni giorno di fronte a questo inquietante fenomeno.
Decine di messaggi di intermediari, responsabili marketing, conoscenti di conoscenti che cercano il modo di imbucarsi gratis (o giù di lì) all’ultimo meeting in programma. Che sia a Monte Carlo, a Dubai o in Italia, c’è sempre questo minimo comune denominatore.
Inizialmente fingono di essere seriamente interessati a stringere un rapporto commerciale professionale. A quel punto mi attivo a sviluppare una proposta personalizzata. Solo dopo, quando bisogna giungere al dunque si svelano per quello che sono.

Ignorano il valore del marchio
Cercano tutti un modo per accedere al tuo bacino clienti senza riconoscerne il valore che c’è dietro, umano e lavorativo. Un marchio per diventare un marchio ha bisogno di tantissimi investimenti, di tempo e denaro. E quando diventa importante, internazionale, ha un suo contro-valore indiscutibile.
Eppure il fine ultimo di questi soggetti è spesso solo quello di inserirsi grossolanamente con qualche prodotto da vendere al tuo portfolio clienti.
Poi ti dicono che ci guadagni sia tu che loro, ti propongono uno scambio merce o una provvigione. Quindi dovrei svendere il mio marchio e il network di relazioni coltivato con sacrifici e anni di lavoro per bontà d’animo? No grazie.

LA WEBSERIE SI PAGA
La politica aziendale è un concetto completamente ignorato da questi soggetti. Come le principali modalità di sfruttamento pubblicitario utilizzate in tutto il mondo. Sembrano finiti in un buco nero, usciti sul serio da una caverna.
Esempio lampante sono alcune proposte che ho ricevuto riguardo alla Bull Days Web Series, mini docu-serie attualmente work in progress che sarà rilasciata nel 2025 nelle principali piattaforme di streaming, come Netflix ed Amazon Prime.
Benissimo. Diverse “rispettabili” aziende mi hanno proposto di far filmare i loro prodotti che sarebbero stati presenti ai Bull Days, mostrandoli di fatto in mondovisione in cambio di offerte davvero ridicole. Com’è possibile? Il PRODUCT PLACEMENT non è stato inventato l’altro giorno. Ne siamo tutti quotidiani spettatori. Sembra non esserci fine all’ignoranza.
L’Italia mi ha insegnato molto in questo senso. In particolare tutto quello che NON bisogna fare per avere successo nel mondo. Anche se all’inizio pensavo fosse una prerogativa delle piccole realtà italiane, sto scoprendo che è un virus diffuso pure in aziende internazionali. Una vera e propria piaga che si estende a macchia d’olio.
È responsabilità di tutti provare a fermare questo fenomeno. Rieducando e facendosi promotori di una cultura imprenditoriale degna del XXI secolo.
Stefano Cigana
Bull Days Inclusive Sailing Cup: il ritorno della leggenda che circumnavigherà l’Italia toccando 3 stati
/0 Commenti/in Bull Days, Enjoy, Lamborghini, Sociale, Sports, Travelling, Turismo/da stecngIl risveglio del Mito NEW ZEALAND ENDEAVOUR: dall’Olimpo della Vela alla Cup inclusiva firmata Bull Days
La prima volta che sono salito a bordo della New Zealand Endeavour, leggendario ketch classe 1992, ho capito subito che stava per accadere qualcosa di unico. Una visita emozionante nel cuore di un’icona assoluta nella storia della Vela. Impossibile non innamorarsi. Stiamo ora sviluppando la prossima avventura di NZ Endeavour in sinergia con tutto lo staff Venetia Communication e il team nautico, per dar vita a un’esperienza senza precedenti. Il nome di questa avventura è BULL DAYS INCLUSIVE SAILING CUP.
Un nuovissimo format che unisce lo spirito del tipico Lamborghini car owner con quello del velista. Un evento storico via mare e via terra che porterà Bull Days ad un vero e proprio Upgrade di livello.
1400 miglia, 45 giorni, 7 porti-evento, 15 atleti paralimpici, 150 Lamborghini, infinite emozioni
Veleggiando l’Italia dalla Mitteleuropea Trieste sino allo sfarzo elegante del Principato di Monaco, dal 15 maggio al 24 giugno. Un viaggio che è incontro di culture, emozioni, colori, aromi, sapori. Attraversando il litorale adriatico, vivendo la costa salentina di Porto Cesareo, la Sicilia marittima di Palermo, il calore partenopeo di Napoli, il fascino di Pisa e di Genova. Un unicum ricco di meraviglie allineate lungo la rotta dell’inclusività sociale.
Scopri di più nel COMUNICATO UFFICIALE BULL DAYS INCLUSIVE SAILING CUP

Il ritorno di una leggenda
Progettata dal designer neozelandese Bruce Farr, NZ Endeavour rappresentava lo stato dell’arte della vela d’altura. Un vero concentrato di tecnologia.
Costruita dal Cantiere Marten Marine NZ ad Auckland in Nuova Zelanda, è stata varata ufficialmente, con un grandioso evento, a Wellington Harbor nel novembre 1992. Autentico avvenimento storico andato in scena di fronte a oltre 30.000 persone sulle banchine, oltre che in prima serata sulla principale rete TV.


Un mito entrato negli annali vincendo la sesta edizione (1993/1994) della Whitbread Round The World Race. Una saetta a pelo d’acqua capace di effettuare il giro del mondo di 32.000 miglia in equipaggio a tappe, tagliando il traguardo della categoria dei Maxi Yacht.
Una grande vittoria a cui si aggiunge una lunga collezione di successi prestigiosi, dalla Sydney-Hobart Yacht Race, alla UAP Round Europe sino alla Regata del Fastnet.
Il prossimo capitolo di storia lo scriverà con la vela firmata Bull Days.
VISITA LA PAGINA DEDICATA

Un Big Event che attira top partner e mette tutti sulla stessa rotta
La qualità, il carattere sociale e innovativo dell’iniziativa Bull Days Inclusive Sailing Cup sono le cause principali del grandissimo interesse e delle convalide ufficiali che stanno arrivando da tutto il mondo.
Un’onda di entusiasmo confermata dai numeri. Abbiamo ottenuto i patrocini di ben 9 comuni e 9 regioni, per una “regata” che toccherà 3 stati. L’appeal è estremamente alto. Infatti sono al vaglio del board le richieste di partnership pervenute da numerose aziende, enti e realtà prestigiose.
L’impatto mediatico sarà clamoroso, la circumnavigazione andrà in scena su terraferma, in mare e specialmente online. È infatti previsto il lancio di una piattaforma di streaming, il “Live Sailing”, in cui sarà possibile seguire integralmente la Cup. Uno spettacolo sportivo ed emozionale che sarà trasmesso in mondovisione e che si unirà alla notizia diffusa da tutti i principali canali di informazione.
STAY TUNED
Stefano Cigana
SPOILER: il ritorno del miglior Bull Days di sempre!
/0 Commenti/in Art, Bull Days, Business, Enjoy, Lamborghini, Sociale, Turismo/da stecngBull Days Monte Carlo loading… verso la Top Player delle experience luxury-oriented
Bull Days Monte Carlo 2022 ha tutte le carte in regola per riconfermarsi il miglior Bull Days “on the road” di sempre. Non è un azzardo, anzi… forse sto peccando di modestia. L’edizione che si terrà il 24-25-26 giugno oltrepasserà i confini tracciati nel 2020 con un’eco mediatico senza precedenti. Sono nate opportunità clamorose. Momenti super esclusivi, presenze leggendarie, eventi collaterali da far invidia a chiunque.
Scrivo direttamente dal Principato di Monaco, dove in questi giorni sto definendo il programma dell’evento. Mi sento un po’ come un orafo intento a cesellare, rifinire ed impreziosire il gioiello più bello di tutti. I keypoints sono già nero su bianco, il roadshow è in costruzione e, come da tradizione, sarà davvero spettacolare!

HIGHLIGHT MOMENTS: vela, arte, haute couture, profumi e…
A tagliare il nastro della Monte Carlo 2022 Edition, che andrà in scena tra Monaco, Grasse e Sanremo, sarà un avvenimento storico unico nel suo genere. L’ingresso trionfale dell’iconico ketch classe 92’ New Zealand Endeavour allo Yacht Club de Monaco, con issata vela “Bull Days Inclusive Sailing Cup”. A bordo una crew d’eccezione.
Ma questa è un’altra storia (di cui presto vi parlerò). Sarà comunque una consegna del testimone in perfetto stile #LikeNobodyElse.
Le lambo della community torneranno poi sul piedistallo della Place du Casino di Monte Carlo. Mentre i bull members entreranno con visita riservata al Casinò e al prestigioso Teatro dell’Opera di Monte Carlo, location d’élite che per l’occasione sarà aperta in modo completamente privato.




L’essenza dei sensi
Altra chicca sarà la visita privata all’antica Profumeria Galimard di Grasse, guidata direttamente dai membri della nobile famiglia Roux-Galimard. Atelier del 1747 dove sarà possibile creare il proprio profumo!
Un vero ritorno al passato immersi nell’antico borgo francese tra le Alpi Marittime, autentica capitale della profumeria mondiale, sulla scia dei sensi. Il suo centro medievale, inserito nella celebre Costa Azzurra, gode dell’atmosfera provenzale, di fantastici panorami e di fioriture che sono ragione della storia di questi ultimi quattrocento anni.
Una cronaca di successi profumieri iniziata con Caterina de’ Medici e che ha in Ernest Beaux uno dei suoi più celebrati parfumeur. Creatore dell’eterno Chanel N°5 che infiammò gli animi di tutto il mondo con un paio di leggendarie gocce sulla divina Marilyn Monroe.

Il gran finale a Sanremo
La Città dei Fiori, Sanremo, lungo l’omonima Riviera italiana, simbolo del turismo elitario delle nobiltà del XIX secolo, si aprirà l’ultimo giorno alla community Bull Days tra edifici e ville in stile liberty.
Il gran finale vedrà protagonista la boutique della moda The Mall Sanremo. Qui le supercar sfileranno tra i migliori marchi dell’haute couture e tra strabilianti opere d’arte appositamente installate.

Queste sono solo alcune delle tessere di un mosaico unico. Una veloce anteprima già capace di farci immaginare l’atmosfera chiudendo semplicemente gli occhi.
Bull Days si è configurato come un player a 360° e assolutamente imprevedibile nel mondo luxury. La prossima Monte Carlo edition ne è l’esempio perfetto. Dall’Italia alla Francia passando per Monaco.
STAY TUNED
Stefano Cigana
SAVE THE DATE
BULL DAYS MONTE CARLO à 24-25-26 giugno 2022
Main Sponsor Maripé
Motta Sport 2023: Spot e Dossier per la corsa al titolo europeo
/in Business, Sociale, Sports, Turismo/da stecngMartedì sera è stato presentato in conferenza stampa il dossier per la candidatura di “Motta di Livenza Comune Europeo dello Sport 2023”. Anche lo Spot Ufficiale è stato svelato e ha riscosso sin da subito l’approvazione e l’entusiasmo da parte della Giunta Comunale. Per Motta Sport 2023, oltre allo Spot e al Dossier, verranno anche prodotti nei prossimi mesi dei docufilm dedicati alle varie associazioni sportive del polo Mottense.
Sport, turismo e cultura saranno i punti cardine per raggiungere il prestigioso titolo europeo nella sede di Bruxelles di Aces. L’associazione che dal 2001 consegna i premi di Capitale, Città, Comunità e Comuni Europei dello Sport.
Lo spot ufficiale: oltre 12.000 visualizzazioni in meno di 24h
Due minuti capaci di raccontare le emozioni, l’impegno e i valori più autentici che animano gli atleti Mottensi. Il video ufficiale ha il merito d’aver portato un nuovo ottimismo, grande carica ed energia per la partecipazione al titolo di Comune Europeo dello Sport.
Motta di Livenza può infatti contare su numerose società sportive di rilievo, affermatesi anche a livello nazionale e internazionale. L’obiettivo è comunque quello di dare il giusto spazio a tutte le associazioni sportive elevando il concetto stesso di Sport a bene inalienabile che appartiene a tutti.
IL FOCUS SULLO SPORT E IL BENESSERE
Lo sport sta diventando sempre di più un elemento indispensabile sia per lo sviluppo sociale che per quello psico-fisico di ogni individuo.
Integrazione sociale, miglioramento della qualità della vita e della salute, senso di reale benessere, tutti ingredienti per raggiungere la felicità.
Questi sono i valori che Venetia Communication ha deciso di seguire nel piano di sviluppo triennale su scala mondiale.
Una grande sinergia per valorizzare il territorio e sviluppare progetti innovativi
Motta Sport: Spot e Dossier ma anche importanti sinergie. Oltre al territorio Mottense, anche la Regione Veneto e la Provincia di Treviso si sono unite per sostenere l’ambizioso progetto europeo.
Patrimonio sportivo, paesaggistico e storico si fondono in un perfetto mix. È questo il punto di forza per far conoscere anche a livello internazionale le potenzialità del comprensorio.
Le caratteristiche di Motta di Livenza, tra turismo ecosostenibile e beni storici da valorizzare, unite alla nascita del palinsesto Motta Sport, sta attirando l’interesse di numerosi imprenditori e aziende.
La Cittadina Liventina affascina non solo per l’atmosfera e la posizione strategica, ma anche per la possibilità di diventare un nuovo Hub per forme di business innovative.
Leggi l’articolo dedicato su Giornale Nord Est >
Leggi l’articolo dedicato su Oggi Treviso >
STAY TUNED:
Stefano Cigana
Venetia Communication media partner per la candidatura di Motta di Livenza Comune Europeo dello Sport 2023
/in Business, Sociale, Sports, Turismo, Web/da stecngLa società di comunicazione di cui sono alla guida sosterrà l’ambizioso progetto assieme ad una cordata di aziende del comprensorio.
È uscito il primo articolo sull’attiva partecipazione di Venetia Communication alla candidatura ufficiale di Motta di Livenza a Comune Europeo dello Sport 2023.
Il Perché del progetto
Il nostro obiettivo va oltre il raggiungimento di questo importante titolo. Vogliamo valorizzare e centralizzare il polo sportivo d’eccellenza di Motta attraverso progetti innovativi e un elevato standard comunicativo. In questo modo genereremo una ricaduta pubblicitaria su tutto il territorio promuovendolo così anche sul piano turistico.

Il piano di sviluppo triennale
Questo progetto nasce anche dalla linea guida che ho voluto dare a Venetia Communication. Crediamo infatti che lo sport e l’attività fisica in generale siano fondamentali per garantire e migliorare il benessere psico-fisico di ognuno di noi. La ricerca della felicità è un elemento imprescindibile per la nostra filosofia ma anche per tutti noi. Per questo lo sport non può che assumere un ruolo di rilievo. In questo particolare momento storico ce ne stiamo accorgendo tutti.









Come realizzarlo?
Siamo già al lavoro per la produzione dello spot ufficiale, dell’intera comunicazione social e del portale web. Il sito sarà un canale sportivo di riferimento per tutti gli appassionati e gli sportivi di Motta di Livenza. Una piattaforma capace di diventare un importante occasione di marketing e visibilità per tutte le aziende che operano nel settore del fitness e dello sport. Contiamo infatti su un pubblico molto numeroso, solo la cittadina Mottense conta 23 associazioni sportive locali e più di 2500 atleti.
Mentre le riaperture di palestre, piscina e attività sportive slittano ancora, noi andiamo in controtendenza!
STAY TUNED.
Qui puoi leggere tutto l’articolo su Prima Treviso >
Stefano Cigana
Venetia Communication media partner per...
Maurizio Mian, la ricerca della felicità e i 400 milioni di euro del cane Gunther. I miei primi sei mesi al lavoro, in modalità top secret, a fianco del famoso farmacologo pisano.
/in Business, Enjoy, Gunther, Sociale/da stecngProprietario di una delle case farmaceutiche più importanti del mondo, da trent’anni dedica la sua vita all’elaborazione di un modello sociale vincente. E il tempo gli sta dando ragione.
Si può scegliere di dedicare la propria vita all’elaborazione sociale di un modello vincente? Assolutamente sì, come ha dimostrato negli ultimi ventisette anni Maurizio Mian, brillante farmacologo, rampollo della famiglia Gentili. Che un giorno ha deciso di lasciare il mondo dell’industria farmaceutica, a cui sembrava geneticamente destinato, per realizzare un progetto su vasta scala che vede il benessere come massimo obiettivo. Il tutto partendo da un assunto tanto ambizioso quanto interessante: conoscere come si realizza il vero benessere aiuterebbe il mondo intero a vivere meglio.
L’impostazione scientifica della sua formazione personale ha fatto sì che applicasse lo stesso rigore metodologico anche nell’elaborazione dell’intero progetto, concepito per districarsi in un lungo arco temporale e andando a verificare sul campo la validità dell’assunto teorico.
Tenendo conto di un elemento. Se l’ideologia del raggiungimento del benessere è il punto fermo del modello, senza un’adeguata visibilità mediatica rischia di rimanere comunque inefficace, a prescindere dalla validità dei risultati ottenuti sul campo attraverso i modelli sperimentali proposti.
Non a caso, Maurizio Mian usa citare spesso, come esempio mediatico di successo legato ad un’ideologia, i Beatles. Stesso paragone, usato qualche anno fa, da Steve Jobs, che in un’intervista reperibile su YouTube ha dichiarato: «my model in Business is the Beatles.»

“Caro Stefano, non prendermi troppo sul serio”
Ho incontrato Maurizio Mian per la prima volta in estate, a Pisa. Ci ha fatto incontrare l’amico comune Alessandro Trolese, che conoscevo dall’evento Lamborghini organizzato assieme nel 2019. Ero reduce dal Bull Days di Montecarlo e ovviamente a cena non ho parlato d’altro.
Il bello è iniziato quando il professore ha iniziato a raccontarmi del suo progetto. Del Pastore Tedesco Miliardario Gunther, del Pisa Calcio, della Felicità. Della villa acquistata da Madonna e di quella di Stallone. Non capivo più nulla, ero elettrizzato. Dentro di me pensavo: “Finalmente ho trovato uno più fuori di testa di me, cazzo professore, io ti adoro!”
“Ti invio tutti i progetti e i fascicoli” mi disse, “dacci un occhio ma, caro Stefano, non prendermi troppo sul serio”.
Non avrebbe potuto dirmi nulla di peggiore, perché ovviamente ho fatto esattamente il contrario. E probabilmente, Maurizio, lo aveva già capito.

Ho studiato il modello giorno e notte, cercando di capirne tutte le sfaccettature.
Studiare ed elaborare il modello teorico di una nuova etica del benessere andando a creare, secondo rigidi criteri scientifici, anche i personaggi destinati a calarne i principi nella vita di tutti i giorni. L’alternativa più semplice, o la scorciatoia, se vogliamo, poteva prevedere l’ingaggio di una persona già famosa, con un suo seguito, che diventasse promoter del modello. Ma come scindere poi il dato legato alla fama del personaggio da quello più intimamente connesso all’ideologia?
Per evitare dunque che una persona diventasse soltanto il “manifesto” dell’idea, e non la sua incarnazione, si è deciso di partire da zero, creando le condizioni, basate sul modello teorico, per far crescere un’entità (umana, animale o oggettuale, singola o multipla) che fosse in un “reale stato di benessere.”
Svelando l’impianto teorico dopo alcune dimostrazioni pratiche sul campo, da cui sono stati tratti feedback non sempre completamente soddisfacenti ed esaustivi. Però sempre attraverso la ricerca della notorietà mediatica, che ha come minimo comune denominatore la nascita del “sistema Gunther”.
Un sistema che prevede una dinamica sessuale innovativa tra i componenti, che parte dal principio che il piacere produce maggior piacere. Quest’ultimo si trova idealmente al centro di un triangolo equilatero i cui vertici sono rappresentati da sesso, soldi e bellezza.
Ovviamente solo la bellezza è un pre-requisito, che però va inserito correttamente in un sistema “ricco”, affinché garantisca un’evoluzione, senza limitarsi alla sopravvivenza. Una bellezza che può essere messa al servizio di un maggiore benessere economico, in un’ottica di libertà di scelta e totale assenza di vincolo familiare.
Il gruppo di cinque persone, tre femmine e due maschi, assieme al cane Gunther, approda alla ricerca in modo volontario e spontaneo, ha una base economica per avviare la ricerca del successo senza pressioni che però non va confusa. Roba forte.

LA STORIA DIETRO AL MODELLO SOCIALE GUNTHER: WILD DOG, INNO ALLA GIOIA
Scavate le fondamenta, è arrivato il momento di posare la prima pietra. Siamo nel 1990, anno in cui viene chiusa la Torre Pendente di Pisa (città di Maurizio Mian) per motivi di sicurezza, Nelson Mandela viene liberato dopo 28 anni di carcere, la Germania Est e la Germania Ovest uniscono le loro economie, Michail Gorbačëv ottiene il Nobel per la pace.
Un anno che, su scala minore, vede la nascita del Gunther Group; un gruppo formato da personaggi appartenenti ai settori professionali più disparati, accomunati dall’amore per gli animali e per l’interesse relativo a tutti i loro problemi. E per far sentire in maniera chiara la voce del nuovo soggetto, come prima azione viene scelta proprio simbolicamente la produzione di un disco.
Esce con l’etichetta discografica PolyGram, e produzione dello stesso Maurizio Mian, “Wild Dog – Inno alla gioia”, un disco dedicato a chi ancora possiede degli ideali, a chi ama la vita e la gioia. E dedicato a Gunther, uno splendido pastore tedesco di dieci anni che ha una storia da raccontare.
Si legge sulla copertina del vinile: “Circa sei anni fa Gunther viene colpito dal pemfigo, una rara malattia cronica terribile che lo avrebbe portato, in poco tempo, alla morte. La sua padrona Antonella lo fa visitare dai migliori veterinari e dermatologi e Gunther viene curato. Purtroppo però la terapia prescritta contempla anche la somministrazione di alte dosi di cortisone e, come spesso accade in questi casi, Gunther ne subisce i gravi effetti collaterali e dopo breve tempo viene colpito da osteoporosi, una malattia che poco per volta rende le ossa sempre più fragili.
L’intuizione decisiva di Mian
Di nuovo per Gunther alcuni veterinari pronunciano la sentenza di morte. Gunther però è un cane con moltissimi amici. Uno di questi si chiama Maurizio Mian che di professione fa il farmacologo clinico. Sicuramente è solo grazie al suo intervento se oggi Gunther è vivo. Il pastore tedesco infatti, incontra Maurizio Mian proprio quando quest’ultimo era appena tornato in Italia dopo un periodo di studio in Inghilterra con il prof. J.A. Kanis, presidente della Fondazione Europea per l’osteoporosi.
Durante il suo soggiorno all’estero questo giovane farmacologo clinico aveva individuato in una classe di farmaci (i difosfonati) gli elementi capaci di combattere l’osteoporosi. Maurizio pensò quindi di provare ad utilizzare questi farmaci per guarire Gunther. All’estero, infatti, l’osteoporosi viene già curata con successo utilizzando proprio i difosfonati. Dopo appena poche settimane, la cura cominciò a sortire il suo effetto.
“Nasce dunque questo disco dedicato non soltanto agli animali, ma anche a tutti i ragazzi che amano la libertà e la gioia. Per questo si opta per una melodia allegra, orecchiabile che trasmette a chi l’ascolta un’immediata sensazione di leggerezza.

Il cane Gunther e il patrimonio di 400 milioni di Euro
Mentre ancora si cantano le ultime note di “Wild dog” (nel febbraio del 1991 il gruppo si esibisce anche a “Superclassifica Show” su Canale 5) gli studi di biologia comportamentale di Maurizio Mian cominciano a dare i primi risultati e occorre portarli sulle prime pagine dei giornali.
Nasce una storia che ancora oggi, a distanza di ventisette anni, viene costantemente citata nei media italiani ed esteri. La storia narra del cane Gunther che, guarito dalla malattia dermatologica, nel 1992, eredita l’intera fortuna della contessa tedesca Carlotta Von Liebenstein; una cifra da capogiro, circa 137 miliardi di lire.
Non un cane di nobili origini, ma un animale adottato durante il soggiorno in Toscana che attira l’attenzione della nobildonna tedesca in virtù del suo nome; lo stesso del figlio morto recentemente in un incidente stradale. Un figlio amante del calcio, che avrebbe giocato nel Werder Brema. Carlotta Von Liebenstein si innamora infatti della storia del cane narrata col disco “Wild dog” e, appena ha la possibilità di conoscerlo di persona, decide di farne il suo erede.

Il modello studiato dal professor Mian renderà il nostro gruppo una delle società di comunicazione più capitalizzate al mondo
Mian: “Cigana, allora, cosa ne pensi?”
Io: “Penso che ti xè el scarpèr co e scarpe sbusàe”
(Penso che sei il calzolaio con le scarpe rotte, in lingua Veneta)
Da allora non ho mai smesso di lavorare al progetto della felicità assieme al dott. Mian. Dopo questa folcloristica esclamazione è nata l’intesa tra me e il professore e ci siamo trovati d’accordo su quello che mancava. Il progetto Gunther è intrinsecamente comunicazione e senza di essa non può realizzarsi veramente. In questi primi sei mesi abbiamo iniziato a mettere le basi per rinnovare l’immagine del modello e studiato attentamente la sua applicazione sociale.
Ma questo è solo l’inizio. L’importante compito del gruppo sarà quello di produrre contenuti e coordinare da una vera e propria cabina di regia il modello scientifico della felicità nelle capitali e location internazionali più conosciute al mondo: Dubai, Miami, Monte-Carlo, Bahamas, Maldive, Bangkok, New York, Los Angeles, Abu Dhabi…
Buona visione a tutti!
Ai prossimi articoli lo sviluppo del progetto.
Stefano Cigana
L’invidia è una malattia tipicamente italiana?
/in Sociale/da stecng“Quando un italiano vede passare una macchina di lusso il suo primo impulso non è averne una anche lui, ma tagliarle le gomme."
Questa frase di Indro Montanelli è a mio parere molto emblematica e ahimè riassuntiva di quello che è il rapporto dell’italiano medio con la ricchezza. Questo atteggiamento è una grande zavorra per il nostro Paese. Ma l’invidia trionfa solo in Italia?
DOVE NASCE L’INVIDIA
Purtroppo è un sentimento presente ad ogni livello, ma da dove nasce? Da un confronto percepito non alla pari, l’invidioso desidera avere quello che gli altri hanno e che a suo giudizio non potrà mai ottenere. Ma l’invidia ha diverse sfumature, c’è quella rabbiosa o impulsiva che si mescola con l’ignoranza, quella passiva che grazie all’indifferenza erige muri anziché ponti. Ma anche quella di chi, dopo essersi allontanato da un determinato progetto per innumerevoli motivi, cambia completamente e inizia a diffamare di nascosto il passato progetto nel quale era coinvolto.
Mi chiedo spesso il senso di attaccare sempre in modo negativo quello che fanno gli altri, senza sprecarsi di guardare le cose in modo approfondito. Proprio qui comincia tutto, i più si fermano alla superficie dei fatti, alla prima impressione e “di pancia” si sentono il diritto di attaccare e demolire tutto. Questo atteggiamento viene spesso scambiato per libertà di pensiero, ma in realtà è qualcosa di completamente diverso, se non addirittura antitetico.

L’INVIDIA COME MODELLO SOCIALE CONTRO LA CRESCITA: LA MIA ESPERIENZA PERSONALE
L’invidia è un sentimento tipicamente italiano o è ampiamente diffusa in tutto il mondo nello stesso modo e senza distinzioni nazionali?
Il Nord-Est, dove sono cresciuto, mi ha portato decisamente a ragionare verso la prima opzione. L’invidia è intrinseca nella società, una piaga che mira non alla crescita individuale e poi collettiva, ma bensì al mantenimento dello status quo.
Una delle più grandi contraddizioni degli uomini riguarda la difficoltà di apprezzare onestamente le virtù degli altri senza provare fastidio. Non si tratta di vera e propria invidia, ma della cosiddetta sindrome del papavero alto.
La sindrome del papavero alto descrive l’odio generato verso le persone che riescono a emergere in un determinato ambito o settore. Quest’odio non è propriamente una forma di invidia, bensì è legato al fatto che il successo altrui mette in evidenza i propri limiti.
Elbert Hubbard disse : “Esiste una cosa molto più rara e fine del talento, cioè la capacità di riconoscere il talento altrui.”
Ecco perché questa sindrome prende il nome del “papavero alto”: secondo la logica, si devono tagliare i fiori che crescono più degli altri in modo da non far sfigurare quelli più bassi.
Me ne sono accorto bene quando lavoravo nei locali notturni, dove lo screditare l’individuo che aveva il locale di punta, era la prassi per cercare di demolirlo, anche sul piano personale.
Per non parlare di quello che è successo quando ho acquistato la mia prima supercar…
Stefano Cigana
IL CYBERBULLISMO È UN REATO: DENUNCIATE!
/in Sociale, Web/da stecngIl fenomeno è in aumento soprattutto in tempi di lockdown: non cadete nella trappola dei leoni da tastiera.
La comunicazione e le modalità con cui interagiamo con gli altri diventano sempre più mediate da dispositivi digitali. Questo radicale cambiamento sta portando con sé diverse nuove problematiche sociali, tra le quali c’è il cyberbullismo. Questo fenomeno, emerso negli ultimi anni da numerosi fatti di cronaca, è in continua evoluzione poiché segue di pari passo il progresso delle tecnologie di comunicazione sfruttandone le potenzialità. Proprio per questo è importante ricordare che il cyberbullismo è un reato.
Come il bullismo nella sua natura più comune, il cyberbullismo è una forma di prevaricazione e di oppressione ripetuta nel tempo, perpetrata da una persona o da un gruppo ai danni di altre considerate più fragili. La principale distinzione rispetto a quello classico è che il cyberbullismo avviene ed è attuato attraverso l’utilizzo del web e dei sistemi digitali. Tutto ciò ovviamente ha enormi ripercussioni anche nella vita reale.
Il cyberbullismo è un reato: che cosa dice la legge?
Il 18 maggio 2017 con la legge 71/2017, il Parlamento italiano ha approvato le “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”. Una nuova e attesa norma a tutela dei minori per prevenire e contrastare il bullismo virtuale con misure prevalentemente di tipo rieducativo e formativo.
Tale legge, oltre a sancire che il cyberbullismo è un reato, definisce il ruolo centrale della Scuola e le responsabilità dei genitori di minori. I comportamenti da adottare tra le parti e tutti gli aspetti sono ulteriormente chiariti nelle Linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo.
Grazie alla legge 71/17 viene infatti introdotta per la prima volta una definizione giuridica:
“Qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.” (Art. 1- Comma 2).
Quali sono i comportamenti penali?
I giovani che fanno del bullismo commettono quindi dei reati, in questi casi i comportamenti penalmente rilevanti sono:
- percosse (art. 581),
- lesione personale (art. 582),
- ingiuria (art. 594),
- diffamazione (art. 595),
- violenza privata (art. 610),
- minaccia (art. 612),
- danneggiamento (art. 635).
Nei casi più gravi è sufficiente una denuncia alla polizia o all’autorità giudiziaria per far scattare un procedimento penale, negli altri insieme alla denuncia è anche necessario avviare una querela contro l’autore del reato.
Purtroppo l’errore più comune è quello di cadere nella trappola psicologica del bullo facendo così il suo gioco. Invece, non bisogna aver paura di denunciare alle forze dell’ordine e alle autorità competenti gli abusi subiti. Questo è il modo migliore per fermare tale condotta nociva e incentivare anche altre vittime a fare altrettanto.

Il cyberbullismo è un reato: nasce l’iniziativa sociale “Odiare ti costa” per denunciare l’hate speech
È proprio con questo spirito che nasce “Odiare Ti Costa”, iniziativa dell’associazione “Pensare Sociale” a sostegno e aiuto alle vittime di odio sul web. Nel loro sito www.odiareticosta.it è infatti possibile segnalare contenuti d’odio, casi di diffamazione, cyberbullismo, revenge porn, minacce, violenza, offese alla reputazione e/o immagine propria o di altri sul web.
L’associazione si impegna concretamente per applicare il “Codice di condotta per contrastare l’illecito incitamento all’odio on-line, sottoscritto tra la Commissione Europea e le principali piattaforme social”.
Odiare Ti Costa risponde alle segnalazioni con una lettura giuridica di ogni caso sottoposto. Proponendo poi varie azioni perseguibili e nelle vicende più gravi promuove azioni pilota per combattere il bullismo in rete, anche per vie legali. Oltre a facilitare le segnalazioni e la rimozione dei contenuti di odio, l’associazione fa molta divulgazione e ricerca sull’hate speech nel web.
Studio Legale Del Pinto
Su questi argomenti spinosi è specializzato anche lo Studio Legale Del Pinto. Ubicato a Pistoia e a Firenze, si occupa prevalentemente di diritto civile e societario, ed è diventato in poco tempo una realtà di riferimento a livello locale e regionale. www.studiodelpinto.it
Stefano Cigana