Maurizio Mian, la ricerca della felicità e i 400 milioni di euro del cane Gunther. I miei primi sei mesi al lavoro, in modalità top secret, a fianco del famoso farmacologo pisano.
/in Business, Enjoy, Gunther, Sociale/da stecngProprietario di una delle case farmaceutiche più importanti del mondo, da trent’anni dedica la sua vita all’elaborazione di un modello sociale vincente. E il tempo gli sta dando ragione.
Si può scegliere di dedicare la propria vita all’elaborazione sociale di un modello vincente? Assolutamente sì, come ha dimostrato negli ultimi ventisette anni Maurizio Mian, brillante farmacologo, rampollo della famiglia Gentili. Che un giorno ha deciso di lasciare il mondo dell’industria farmaceutica, a cui sembrava geneticamente destinato, per realizzare un progetto su vasta scala che vede il benessere come massimo obiettivo. Il tutto partendo da un assunto tanto ambizioso quanto interessante: conoscere come si realizza il vero benessere aiuterebbe il mondo intero a vivere meglio.
L’impostazione scientifica della sua formazione personale ha fatto sì che applicasse lo stesso rigore metodologico anche nell’elaborazione dell’intero progetto, concepito per districarsi in un lungo arco temporale e andando a verificare sul campo la validità dell’assunto teorico.
Tenendo conto di un elemento. Se l’ideologia del raggiungimento del benessere è il punto fermo del modello, senza un’adeguata visibilità mediatica rischia di rimanere comunque inefficace, a prescindere dalla validità dei risultati ottenuti sul campo attraverso i modelli sperimentali proposti.
Non a caso, Maurizio Mian usa citare spesso, come esempio mediatico di successo legato ad un’ideologia, i Beatles. Stesso paragone, usato qualche anno fa, da Steve Jobs, che in un’intervista reperibile su YouTube ha dichiarato: «my model in Business is the Beatles.»

“Caro Stefano, non prendermi troppo sul serio”
Ho incontrato Maurizio Mian per la prima volta in estate, a Pisa. Ci ha fatto incontrare l’amico comune Alessandro Trolese, che conoscevo dall’evento Lamborghini organizzato assieme nel 2019. Ero reduce dal Bull Days di Montecarlo e ovviamente a cena non ho parlato d’altro.
Il bello è iniziato quando il professore ha iniziato a raccontarmi del suo progetto. Del Pastore Tedesco Miliardario Gunther, del Pisa Calcio, della Felicità. Della villa acquistata da Madonna e di quella di Stallone. Non capivo più nulla, ero elettrizzato. Dentro di me pensavo: “Finalmente ho trovato uno più fuori di testa di me, cazzo professore, io ti adoro!”
“Ti invio tutti i progetti e i fascicoli” mi disse, “dacci un occhio ma, caro Stefano, non prendermi troppo sul serio”.
Non avrebbe potuto dirmi nulla di peggiore, perché ovviamente ho fatto esattamente il contrario. E probabilmente, Maurizio, lo aveva già capito.

Ho studiato il modello giorno e notte, cercando di capirne tutte le sfaccettature.
Studiare ed elaborare il modello teorico di una nuova etica del benessere andando a creare, secondo rigidi criteri scientifici, anche i personaggi destinati a calarne i principi nella vita di tutti i giorni. L’alternativa più semplice, o la scorciatoia, se vogliamo, poteva prevedere l’ingaggio di una persona già famosa, con un suo seguito, che diventasse promoter del modello. Ma come scindere poi il dato legato alla fama del personaggio da quello più intimamente connesso all’ideologia?
Per evitare dunque che una persona diventasse soltanto il “manifesto” dell’idea, e non la sua incarnazione, si è deciso di partire da zero, creando le condizioni, basate sul modello teorico, per far crescere un’entità (umana, animale o oggettuale, singola o multipla) che fosse in un “reale stato di benessere.”
Svelando l’impianto teorico dopo alcune dimostrazioni pratiche sul campo, da cui sono stati tratti feedback non sempre completamente soddisfacenti ed esaustivi. Però sempre attraverso la ricerca della notorietà mediatica, che ha come minimo comune denominatore la nascita del “sistema Gunther”.
Un sistema che prevede una dinamica sessuale innovativa tra i componenti, che parte dal principio che il piacere produce maggior piacere. Quest’ultimo si trova idealmente al centro di un triangolo equilatero i cui vertici sono rappresentati da sesso, soldi e bellezza.
Ovviamente solo la bellezza è un pre-requisito, che però va inserito correttamente in un sistema “ricco”, affinché garantisca un’evoluzione, senza limitarsi alla sopravvivenza. Una bellezza che può essere messa al servizio di un maggiore benessere economico, in un’ottica di libertà di scelta e totale assenza di vincolo familiare.
Il gruppo di cinque persone, tre femmine e due maschi, assieme al cane Gunther, approda alla ricerca in modo volontario e spontaneo, ha una base economica per avviare la ricerca del successo senza pressioni che però non va confusa. Roba forte.

LA STORIA DIETRO AL MODELLO SOCIALE GUNTHER: WILD DOG, INNO ALLA GIOIA
Scavate le fondamenta, è arrivato il momento di posare la prima pietra. Siamo nel 1990, anno in cui viene chiusa la Torre Pendente di Pisa (città di Maurizio Mian) per motivi di sicurezza, Nelson Mandela viene liberato dopo 28 anni di carcere, la Germania Est e la Germania Ovest uniscono le loro economie, Michail Gorbačëv ottiene il Nobel per la pace.
Un anno che, su scala minore, vede la nascita del Gunther Group; un gruppo formato da personaggi appartenenti ai settori professionali più disparati, accomunati dall’amore per gli animali e per l’interesse relativo a tutti i loro problemi. E per far sentire in maniera chiara la voce del nuovo soggetto, come prima azione viene scelta proprio simbolicamente la produzione di un disco.
Esce con l’etichetta discografica PolyGram, e produzione dello stesso Maurizio Mian, “Wild Dog – Inno alla gioia”, un disco dedicato a chi ancora possiede degli ideali, a chi ama la vita e la gioia. E dedicato a Gunther, uno splendido pastore tedesco di dieci anni che ha una storia da raccontare.
Si legge sulla copertina del vinile: “Circa sei anni fa Gunther viene colpito dal pemfigo, una rara malattia cronica terribile che lo avrebbe portato, in poco tempo, alla morte. La sua padrona Antonella lo fa visitare dai migliori veterinari e dermatologi e Gunther viene curato. Purtroppo però la terapia prescritta contempla anche la somministrazione di alte dosi di cortisone e, come spesso accade in questi casi, Gunther ne subisce i gravi effetti collaterali e dopo breve tempo viene colpito da osteoporosi, una malattia che poco per volta rende le ossa sempre più fragili.
L’intuizione decisiva di Mian
Di nuovo per Gunther alcuni veterinari pronunciano la sentenza di morte. Gunther però è un cane con moltissimi amici. Uno di questi si chiama Maurizio Mian che di professione fa il farmacologo clinico. Sicuramente è solo grazie al suo intervento se oggi Gunther è vivo. Il pastore tedesco infatti, incontra Maurizio Mian proprio quando quest’ultimo era appena tornato in Italia dopo un periodo di studio in Inghilterra con il prof. J.A. Kanis, presidente della Fondazione Europea per l’osteoporosi.
Durante il suo soggiorno all’estero questo giovane farmacologo clinico aveva individuato in una classe di farmaci (i difosfonati) gli elementi capaci di combattere l’osteoporosi. Maurizio pensò quindi di provare ad utilizzare questi farmaci per guarire Gunther. All’estero, infatti, l’osteoporosi viene già curata con successo utilizzando proprio i difosfonati. Dopo appena poche settimane, la cura cominciò a sortire il suo effetto.
“Nasce dunque questo disco dedicato non soltanto agli animali, ma anche a tutti i ragazzi che amano la libertà e la gioia. Per questo si opta per una melodia allegra, orecchiabile che trasmette a chi l’ascolta un’immediata sensazione di leggerezza.

Il cane Gunther e il patrimonio di 400 milioni di Euro
Mentre ancora si cantano le ultime note di “Wild dog” (nel febbraio del 1991 il gruppo si esibisce anche a “Superclassifica Show” su Canale 5) gli studi di biologia comportamentale di Maurizio Mian cominciano a dare i primi risultati e occorre portarli sulle prime pagine dei giornali.
Nasce una storia che ancora oggi, a distanza di ventisette anni, viene costantemente citata nei media italiani ed esteri. La storia narra del cane Gunther che, guarito dalla malattia dermatologica, nel 1992, eredita l’intera fortuna della contessa tedesca Carlotta Von Liebenstein; una cifra da capogiro, circa 137 miliardi di lire.
Non un cane di nobili origini, ma un animale adottato durante il soggiorno in Toscana che attira l’attenzione della nobildonna tedesca in virtù del suo nome; lo stesso del figlio morto recentemente in un incidente stradale. Un figlio amante del calcio, che avrebbe giocato nel Werder Brema. Carlotta Von Liebenstein si innamora infatti della storia del cane narrata col disco “Wild dog” e, appena ha la possibilità di conoscerlo di persona, decide di farne il suo erede.

Il modello studiato dal professor Mian renderà il nostro gruppo una delle società di comunicazione più capitalizzate al mondo
Mian: “Cigana, allora, cosa ne pensi?”
Io: “Penso che ti xè el scarpèr co e scarpe sbusàe”
(Penso che sei il calzolaio con le scarpe rotte, in lingua Veneta)
Da allora non ho mai smesso di lavorare al progetto della felicità assieme al dott. Mian. Dopo questa folcloristica esclamazione è nata l’intesa tra me e il professore e ci siamo trovati d’accordo su quello che mancava. Il progetto Gunther è intrinsecamente comunicazione e senza di essa non può realizzarsi veramente. In questi primi sei mesi abbiamo iniziato a mettere le basi per rinnovare l’immagine del modello e studiato attentamente la sua applicazione sociale.
Ma questo è solo l’inizio. L’importante compito del gruppo sarà quello di produrre contenuti e coordinare da una vera e propria cabina di regia il modello scientifico della felicità nelle capitali e location internazionali più conosciute al mondo: Dubai, Miami, Monte-Carlo, Bahamas, Maldive, Bangkok, New York, Los Angeles, Abu Dhabi…
Buona visione a tutti!
Ai prossimi articoli lo sviluppo del progetto.
Stefano Cigana