Venetia Communication media partner per la candidatura di Motta di Livenza Comune Europeo dello Sport 2023

La società di comunicazione di cui sono alla guida sosterrà l’ambizioso progetto assieme ad una cordata di aziende del comprensorio.

È uscito il primo articolo sull’attiva partecipazione di Venetia Communication alla candidatura ufficiale di Motta di Livenza a Comune Europeo dello Sport 2023.

Il Perché del progetto

Il nostro obiettivo va oltre il raggiungimento di questo importante titolo. Vogliamo valorizzare e centralizzare il polo sportivo d’eccellenza di Motta attraverso progetti innovativi e un elevato standard comunicativo. In questo modo genereremo una ricaduta pubblicitaria su tutto il territorio promuovendolo così anche sul piano turistico.

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Il piano di sviluppo triennale

Questo progetto nasce anche dalla linea guida che ho voluto dare a Venetia Communication. Crediamo infatti che lo sport e l’attività fisica in generale siano fondamentali per garantire e migliorare il benessere psico-fisico di ognuno di noi. La ricerca della felicità è un elemento imprescindibile per la nostra filosofia ma anche per tutti noi. Per questo lo sport non può che assumere un ruolo di rilievo. In questo particolare momento storico ce ne stiamo accorgendo tutti.

Come realizzarlo?

Siamo già al lavoro per la produzione dello spot ufficiale, dell’intera comunicazione social e del portale web. Il sito sarà un canale sportivo di riferimento per tutti gli appassionati e gli sportivi di Motta di Livenza. Una piattaforma capace di diventare un importante occasione di marketing e visibilità per tutte le aziende che operano nel settore del fitness e dello sport. Contiamo infatti su un pubblico molto numeroso, solo la cittadina Mottense conta 23 associazioni sportive locali e più di 2500 atleti.

Mentre le riaperture di palestre, piscina e attività sportive slittano ancora, noi andiamo in controtendenza!

STAY TUNED.

Qui puoi leggere tutto l’articolo su Prima Treviso >

 

Stefano Cigana

Venetia Communication media partner per...

La società di comunicazione sosterrà l’ambizioso progetto assieme ad una cordata di aziende del comprensorio

Bull Days & Novaris: una partnership per esperienze di volo esclusive

Novaris Helicopter è official partner del Bull Days Tuscany Reloaded

NOVARIS  Helicopter è sponsor ufficiale del Bull Days Tuscany Reloaded.
Il fantastico elicottero AGUSTA AW109, bimotore leggero, potrà essere prenotato e reso protagonista di meravigliosi voli panoramici sulle suggestive terre toscane.
 
La flotta degli elicotteri AGUSTA AW10, progettati per operare in tutte le condizioni climatiche e ambientali, è disponibile per servizi aerei, quali: tour enogastronomici, VIP transfert, Helitaxi, riprese e fotografia aerea.
L’evento sarà teatro di un meraviglioso ed esclusivo volo panoramico con un elicottero Novaris progettato per operare in tutte le condizioni climatiche e ambientali.
 
Ringrazio Novaris Helicopter per le esperienze di volo uniche che renderanno il Bull Days Tuscany Reloaded un evento inarrivabile.
 
Welcome on board!
maurizio mian modello gunther

Maurizio Mian, la ricerca della felicità e i 400 milioni di euro del cane Gunther. I miei primi sei mesi al lavoro, in modalità top secret, a fianco del famoso farmacologo pisano.

Proprietario di una delle case farmaceutiche più importanti del mondo, da trent’anni dedica la sua vita all’elaborazione di un modello sociale vincente. E il tempo gli sta dando ragione.

Si può scegliere di dedicare la propria vita all’elaborazione sociale di un modello vincente? Assolutamente sì, come ha dimostrato negli ultimi ventisette anni Maurizio Mian, brillante farmacologo, rampollo della famiglia Gentili. Che un giorno ha deciso di lasciare il mondo dell’industria farmaceutica, a cui sembrava geneticamente destinato, per realizzare un progetto su vasta scala che vede il benessere come massimo obiettivo. Il tutto partendo da un assunto tanto ambizioso quanto interessante: conoscere come si realizza il vero benessere aiuterebbe il mondo intero a vivere meglio. 

L’impostazione scientifica della sua formazione personale ha fatto sì che applicasse lo stesso rigore metodologico anche nell’elaborazione dell’intero progetto, concepito per districarsi in un lungo arco temporale e andando a verificare sul campo la validità dell’assunto teorico. 

Tenendo conto di un elemento. Se l’ideologia del raggiungimento del benessere è il punto fermo del modello, senza un’adeguata visibilità mediatica rischia di rimanere comunque inefficace, a prescindere dalla validità dei risultati ottenuti sul campo attraverso i modelli sperimentali proposti. 

Non a caso, Maurizio Mian usa citare spesso, come esempio mediatico di successo legato ad un’ideologia, i Beatles. Stesso paragone, usato qualche anno fa, da Steve Jobs, che in un’intervista reperibile su YouTube ha dichiarato: «my model in Business is the Beatles.»

maurizio mian modello gunther

“Caro Stefano, non prendermi troppo sul serio”

Ho incontrato Maurizio Mian per la prima volta in estate, a Pisa. Ci ha fatto incontrare l’amico comune Alessandro Trolese, che conoscevo dall’evento Lamborghini organizzato assieme nel 2019. Ero reduce dal Bull Days di Montecarlo e ovviamente a cena non ho parlato d’altro. 

Il bello è iniziato quando il professore ha iniziato a raccontarmi del suo progetto. Del Pastore Tedesco Miliardario Gunther, del Pisa Calcio, della Felicità. Della villa acquistata da Madonna e di quella di Stallone. Non capivo più nulla, ero elettrizzato. Dentro di me pensavo: “Finalmente ho trovato uno più fuori di testa di me, cazzo professore, io ti adoro!” 

“Ti invio tutti i progetti e i fascicoli” mi disse, “dacci un occhio ma, caro Stefano, non prendermi troppo sul serio”.

Non avrebbe potuto dirmi nulla di peggiore, perché ovviamente ho fatto esattamente il contrario. E probabilmente, Maurizio, lo aveva già capito.

maurizio mian modello gunther

Ho studiato il modello giorno e notte, cercando di capirne tutte le sfaccettature.

Studiare ed elaborare il modello teorico di una nuova etica del benessere andando a creare, secondo rigidi criteri scientifici, anche i personaggi destinati a calarne i principi nella vita di tutti i giorni. L’alternativa più semplice, o la scorciatoia, se vogliamo, poteva prevedere l’ingaggio di una persona già famosa, con un suo seguito, che diventasse promoter del modello. Ma come scindere poi il dato legato alla fama del personaggio da quello più intimamente connesso all’ideologia? 

Per evitare dunque che una persona diventasse soltanto il “manifesto” dell’idea, e non la sua incarnazione, si è deciso di partire da zero, creando le condizioni, basate sul modello teorico, per far crescere un’entità (umana, animale o oggettuale, singola o multipla) che fosse in un “reale stato di benessere.” 

Svelando l’impianto teorico dopo alcune dimostrazioni pratiche sul campo, da cui sono stati tratti feedback non sempre completamente soddisfacenti ed esaustivi. Però sempre attraverso la ricerca della notorietà mediatica, che ha come minimo comune denominatore la nascita del “sistema Gunther”

Un sistema che prevede una dinamica sessuale innovativa tra i componenti, che parte dal principio che il piacere produce maggior piacere. Quest’ultimo si trova idealmente al centro di un triangolo equilatero i cui vertici sono rappresentati da sesso, soldi e bellezza. 

Ovviamente solo la bellezza è un pre-requisito, che però va inserito correttamente in un sistema “ricco”, affinché garantisca un’evoluzione, senza limitarsi alla sopravvivenza. Una bellezza che può essere messa al servizio di un maggiore benessere economico, in un’ottica di libertà di scelta e totale assenza di vincolo familiare. 

Il gruppo di cinque persone, tre femmine e due maschi, assieme al cane Gunther, approda alla ricerca in modo volontario e spontaneo, ha una base economica per avviare la ricerca del successo senza pressioni che però non va confusa. Roba forte.

cane gunther

LA STORIA DIETRO AL MODELLO SOCIALE GUNTHER: WILD DOG, INNO ALLA GIOIA

Scavate le fondamenta, è arrivato il momento di posare la prima pietra. Siamo nel 1990, anno in cui viene chiusa la Torre Pendente di Pisa (città di Maurizio Mian) per motivi di sicurezza, Nelson Mandela viene liberato dopo 28 anni di carcere, la Germania Est e la Germania Ovest uniscono le loro economie, Michail Gorbačëv ottiene il Nobel per la pace. 

Un anno che, su scala minore, vede la nascita del Gunther Group; un gruppo formato da personaggi appartenenti ai settori professionali più disparati, accomunati dall’amore per gli animali e per l’interesse relativo a tutti i loro problemi. E per far sentire in maniera chiara la voce del nuovo soggetto, come prima azione viene scelta proprio simbolicamente la produzione di un disco. 

Esce con l’etichetta discografica PolyGram, e produzione dello stesso Maurizio Mian, “Wild Dog – Inno alla gioia”, un disco dedicato a chi ancora possiede degli ideali, a chi ama la vita e la gioia. E dedicato a Gunther, uno splendido pastore tedesco di dieci anni che ha una storia da raccontare. 

Si legge sulla copertina del vinile: “Circa sei anni fa Gunther viene colpito dal pemfigo, una rara malattia cronica terribile che lo avrebbe portato, in poco tempo, alla morte. La sua padrona Antonella lo fa visitare dai migliori veterinari e dermatologi e Gunther viene curato. Purtroppo però la terapia prescritta contempla anche la somministrazione di alte dosi di cortisone e, come spesso accade in questi casi, Gunther ne subisce i gravi effetti collaterali e dopo breve tempo viene colpito da osteoporosi, una malattia che poco per volta rende le ossa sempre più fragili. 

L’intuizione decisiva di Mian

Di nuovo per Gunther alcuni veterinari pronunciano la sentenza di morte. Gunther però è un cane con moltissimi amici. Uno di questi si chiama Maurizio Mian che di professione fa il farmacologo clinico. Sicuramente è solo grazie al suo intervento se oggi Gunther è vivo. Il pastore tedesco infatti, incontra Maurizio Mian proprio quando quest’ultimo era appena tornato in Italia dopo un periodo di studio in Inghilterra con il prof. J.A. Kanis, presidente della Fondazione Europea per l’osteoporosi. 

Durante il suo soggiorno all’estero questo giovane farmacologo clinico aveva individuato in una classe di farmaci (i difosfonati) gli elementi capaci di combattere l’osteoporosi. Maurizio pensò quindi di provare ad utilizzare questi farmaci per guarire Gunther. All’estero, infatti, l’osteoporosi viene già curata con successo utilizzando proprio i difosfonati. Dopo appena poche settimane, la cura cominciò a sortire il suo effetto. 

“Nasce dunque questo disco dedicato non soltanto agli animali, ma anche a tutti i ragazzi che amano la libertà e la gioia. Per questo si opta per una melodia allegra, orecchiabile che trasmette a chi l’ascolta un’immediata sensazione di leggerezza.

maurizio mian modello gunther

Il cane Gunther e il patrimonio di 400 milioni di Euro

Mentre ancora si cantano le ultime note di “Wild dog” (nel febbraio del 1991 il gruppo si esibisce anche a “Superclassifica Show” su Canale 5) gli studi di biologia comportamentale di Maurizio Mian cominciano a dare i primi risultati e occorre portarli sulle prime pagine dei giornali. 

Nasce una storia che ancora oggi, a distanza di ventisette anni, viene costantemente citata nei media italiani ed esteri. La storia narra del cane Gunther che, guarito dalla malattia dermatologica, nel 1992, eredita l’intera fortuna della contessa tedesca Carlotta Von Liebenstein; una cifra da capogiro, circa 137 miliardi di lire. 

Non un cane di nobili origini, ma un animale adottato durante il soggiorno in Toscana che attira l’attenzione della nobildonna tedesca in virtù del suo nome; lo stesso del figlio morto recentemente in un incidente stradale. Un figlio amante del calcio, che avrebbe giocato nel Werder Brema. Carlotta Von Liebenstein si innamora infatti della storia del cane narrata col disco “Wild dog” e, appena ha la possibilità di conoscerlo di persona, decide di farne il suo erede.

Il modello studiato dal professor Mian renderà il nostro gruppo una delle società di comunicazione più capitalizzate al mondo

 

Mian: “Cigana, allora, cosa ne pensi?”

Io: “Penso che ti xè el scarpèr co e scarpe sbusàe”

(Penso che sei il calzolaio con le scarpe rotte, in lingua Veneta)

 

Da allora non ho mai smesso di lavorare al progetto della felicità assieme al dott. Mian. Dopo questa folcloristica esclamazione è nata l’intesa tra me e il professore e ci siamo trovati d’accordo su quello che mancava. Il progetto Gunther è intrinsecamente comunicazione e senza di essa non può realizzarsi veramente. In questi primi sei mesi abbiamo iniziato a mettere le basi per rinnovare l’immagine del modello e studiato attentamente la sua applicazione sociale.

Ma questo è solo l’inizio. L’importante compito del gruppo sarà quello di produrre contenuti e coordinare da una vera e propria cabina di regia il modello scientifico della felicità nelle capitali e location internazionali più conosciute al mondo: Dubai, Miami, Monte-Carlo, Bahamas, Maldive, Bangkok, New York, Los Angeles, Abu Dhabi…

Buona visione a tutti!

 

Ai prossimi articoli lo sviluppo del progetto.

 

Stefano Cigana

L’invidia è una malattia tipicamente italiana?

“Quando un italiano vede passare una macchina di lusso il suo primo impulso non è averne una anche lui, ma tagliarle le gomme."

Questa frase di Indro Montanelli è a mio parere molto emblematica e ahimè riassuntiva di quello che è il rapporto dell’italiano medio con la ricchezza. Questo atteggiamento è una grande zavorra per il nostro Paese. Ma l’invidia trionfa solo in Italia?

DOVE NASCE L’INVIDIA

Purtroppo è un sentimento presente ad ogni livello, ma da dove nasce? Da un confronto percepito non alla pari, l’invidioso desidera avere quello che gli altri hanno e che a suo giudizio non potrà mai ottenere. Ma l’invidia ha diverse sfumature, c’è quella rabbiosa o impulsiva che si mescola con l’ignoranza, quella passiva che grazie all’indifferenza erige muri anziché ponti. Ma anche quella di chi, dopo essersi allontanato da un determinato progetto per innumerevoli motivi, cambia completamente e inizia a diffamare di nascosto il passato progetto nel quale era coinvolto.

Mi chiedo spesso il senso di attaccare sempre in modo negativo quello che fanno gli altri, senza sprecarsi di guardare le cose in modo approfondito. Proprio qui comincia tutto, i più si fermano alla superficie dei fatti, alla prima impressione e “di pancia” si sentono il diritto di attaccare e demolire tutto. Questo atteggiamento viene spesso scambiato per libertà di pensiero, ma in realtà è qualcosa di completamente diverso, se non addirittura antitetico.

L’INVIDIA COME MODELLO SOCIALE CONTRO LA CRESCITA: LA MIA ESPERIENZA PERSONALE

L’invidia è un sentimento tipicamente italiano o è ampiamente diffusa in tutto il mondo nello stesso modo e senza distinzioni nazionali?

Il Nord-Est, dove sono cresciuto, mi ha portato decisamente a ragionare verso la prima opzione. L’invidia è intrinseca nella società, una piaga che mira non alla crescita individuale e poi collettiva, ma bensì al mantenimento dello status quo.

Una delle più grandi contraddizioni degli uomini riguarda la difficoltà di apprezzare onestamente le virtù degli altri senza provare fastidio. Non si tratta di vera e propria invidia, ma della cosiddetta sindrome del papavero alto.

La sindrome del papavero alto descrive l’odio generato verso le persone che riescono a emergere in un determinato ambito o settore. Quest’odio non è propriamente una forma di invidia, bensì è legato al fatto che il successo altrui mette in evidenza i propri limiti.

Elbert Hubbard disse : “Esiste una cosa molto più rara e fine del talento, cioè la capacità di riconoscere il talento altrui.”

Ecco perché questa sindrome prende il nome del “papavero alto”: secondo la logica, si devono tagliare i fiori che crescono più degli altri in modo da non far sfigurare quelli più bassi.

Me ne sono accorto bene quando lavoravo nei locali notturni, dove lo screditare l’individuo che aveva il locale di punta, era la prassi per cercare di demolirlo, anche sul piano personale.  

Per non parlare di quello che è successo quando ho acquistato la mia prima supercar…  

 

Stefano Cigana

Bull Days Luxury Experience

BULL DAYS LUXURY EXPERIENCE DA DUBAI A MIAMI, DA LONDRA A SAINT-TROPEZ: 12 EDIZIONI IN 4 CONTINENTI

Una proiezione fino al 2023 per il Bull Days Luxury Experience: tra location da sogno, Lamborghini storiche e moderne, elicotteri, yachts e marchi del mondo del lusso

Sin dalla sua fondazione e dalle prime edizioni il Bull Days ha saputo segnare una costante escalation. Oggi, con il BULL DAYS LUXURY EXPERIENCE, questo climax è pronto a raggiungere un livello mai visto finora. Visione, coraggio, ambizione, sono questi gli elementi che ci hanno condotto alla programmazione delle prossime edizioni nelle location più prestigiose e apprezzate dal jet set mondiale.

LUXURY EXPERIENCE: L’UOMO COME MISURA DI TUTTE LE COSE

Dal 2021 al 2023, da Dubai ad Abu Dhabi, da Miami alla California, da S. Moritz al Sud Africa e molti altri luoghi da sogno. E tutto con un unico comune denominatore: l’uomo come misura di tutte le cose. Con questa ulteriore evoluzione, Bull Days e luxury experience sono ormai diventate una cosa sola. 

Una filosofia che va oltre il concetto di evento, il lusso non è un traguardo scontato orientato all’accumulo, è piuttosto un modo di approcciarsi alla vita privilegiando la qualità e l’essenza più alta delle cose.

Scopri il concept del Bull Days Luxury Experience nell’articolo dedicato >

12 EDIZIONI IN 4 CONTINENTI, 150 LUXURY BRANDS, 3000 KM DI ROAD SHOW, 1000 PROPRIETARI DI LAMBORGHINI

 

2021 EDITIONS

Le tre edizioni 2021 toccheranno la rinomata Costa Veneziana, da Caorle a Jesolo, per poi spostarsi nelle bellezze della Toscana, Firenze, Chianti, Val d’Orcia

Alla fine dell’anno è invece in programma il Bull Days Dubai, è l’iconica metropoli degli Emirati Arabi Uniti, meta turistica sontuosa e capace di stregare anche gli spiriti con le aspettative più alte, ad essere il fulcro di un’esperienza di lusso unica. 

Mare cristallino e incontaminato, shopping, hotel esclusivi e grattacieli leggendari, il tutto colorato dalle tinte emozionanti del deserto.

2022 EDITIONS

Miami, Monte-Carlo, Inghilterra e due winter edition tra Saint Moritz e Cortina d’Ampezzo, è questo il programma per il 2022. Il prossimo anno riusciremo ad esportare l’evento negli States, partendo non a caso da Miami in Florida. Una vera e propria mecca internazionale non solo per i collezionisti e appassionati di Lamborghini ma anche per i proprietari di supercar in generale. Una città famosa in tutto il mondo per le sue spiagge mozzafiato, clima tropicale, lifestyle frizzante e vita notturna. 

Dopo Miami il Bull Days tornerà a Monte-Carlo, questa volta con l’obiettivo di organizzarlo nelle date vicine al Gran Premio di F1 di fine maggio. Ma il ritorno nel Vecchio Continente non si esaurisce di certo qui. Abbiamo infatti in programma anche un’edizione in Inghilterra con la possibilità di attraversare e vivere appieno Londra e gli inconfondibili paesaggi della Gran Bretagna. 

Tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 ci saranno anche due winter editions che si terranno tra le montagne innevate della Svizzera e dell’Italia.

2023 EDITIONS

La pianificazione per l’anno 2023 vedrà invece questi territori protagonisti: Sud Africa, Saint-Tropez, Pebble Beach in California e un tour tra Dubai e Abu Dhabi. Il vasto gruppo di proprietari Lamborghini attraverserà i colori e i contrasti, i deserti, i monti e gli oceani che formano una nazione unica al mondo: il Sud Africa. 

Un mix multiculturale tra natura selvaggia e città internazionali, il Bull Days sbarcherà anche nel continente africano. Dopo questo shock di emozioni forti arriverà l’edizione a Saint-Tropez, piccola ma incantevole località balneare e alla moda dallo charm indiscusso, tra barche a vela e lussuosi yacht. 

La terza edizione dell’anno tornerà negli U.S.A. ma questa volta dalla parte opposta del continente americano. Pebble Beach in California sarà il punto principale d’interesse, città che ogni agosto diventa il centro dell’universo automobilistico. 

L’ultima edizione in programma sarà invece un favoloso ed emozionante tour negli Emirati Arabi, da Dubai ad Abu Dhabi. Celebri località dove tradizione e modernità, panorami millenari e architetture ultra contemporanee ritmano una storia all’insegna del lusso.

BULL DAYS LUXURY EXPERIENCE: UN EVENTO TOTALMENTE INDIPENDENTE

Con questa prospettiva è ormai evidente a tutti la portata che il Bull Days ha raggiunto. Tutto questo dimostra che la mia era la visione giusta. L’aver pensato a qualcosa che toccasse nell’animo i proprietari e collezionisti di Lamborghini di tutto il mondo, non è solo il frutto della mia passione personale, ma soprattutto un “sentire” la vita che ci accomuna tutti allo stesso modo. 

Personalità self-made, carattere imprenditoriale, emozioni e ambizioni comuni sono il leitmotiv capace di mettere tutti d’accordo e dare vita al gruppo Bull Days, che ha deciso di muoversi in totale indipendenza.


www.bulldays.net

Stefano Cigana